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29 Giugno 2018, venerdì

Vi porto con me alla scoperta dell’Aceto Balsamico di Modena

Modena è adagiata in Emilia Romagna tra il fiume Secchia e il fiume Panaro. Ad est gli appennini, ad ovest il mare adriatico. Terra fertile, umida, ventosa perfetta per la stagionatura, per l’invecchiamento, per la conservazione.

Conservare: un verbo che ho sempre amato fin da bambina quando conservavo i tortellini della nonna nel grembiulino della scuola. “Per i momenti di fame” dicevo. Sono cresciuta in Emilia Romagna a tortellini e lambrusco, a crescentine e mortadella e l’Aceto Balsamico non mancava mai sulla nostra tavola.

Perché in Emilia, la buona tavola è una cosa seria. Il piacere di stare insieme e condividere un buon piatto ben condito, è qualcosa di unico.  Qualcosa che appartiene alla nostra identità. Con l’Aceto Balsamico di Modena c’è un ritorno al terroir ispirato dal desiderio di un’identità e di un linguaggio tutto emiliano che vuole essere tramandato e fatto conoscere in tutto il mondo.

A volte si crede che l’Aceto Balsamico di Modena buono sia un bene di lusso, non alla portata di tutti.  Un prodotto che va centellinato a tavola. E’ un errore.

L’aceto di vino e il mosto cotto rappresentano i condimenti della cucina italiana fin dai tempi antichissimi. Dalla fermentazione e dall’invecchiamento di questi ingredienti nasce l’Aceto Balsamico di Modena.

In base al nostro gusto personale, ci avviciniamo all’Aceto Balsamico di Modena e scegliamo quello giusto.

L’Aceto Balsamico di Modena si presenta limpido e brillante, di colore bruno intenso, tendente al nero, di sapore agrodolce con armonia tra acidità (minima al 6%) e dolcezza.  Dal profumo leggermente acetico e delicato, durevole con eventuali note legnose.

Si distinguono due tipologie: Aceto balsamico di Modena IGP (invecchiamento superiore a 60 giorni) e Aceto balsamico di Modena IGP Invecchiato (invecchiamento superiore ai 3 anni)

L’Aceto Balsamico di Modena IGP in cui prevale l’aceto di vino rispetto al mosto d’uva, garantisce grande freschezza, acidità, aromaticità e sapidità a cui si contrappongono una certa spigolosità e durezza data dal gusto forte ed aspro dell’aceto di vino. Indicato con le verdure crude, alla griglia, carni bianche, per marinare pesci o verdure ma soprattutto scelto da chi ama il gusto più “agro”.

I 3 anni di invecchiamento conferiscono all’Aceto Balsamico Invecchiato aromi complessi di frutta sotto spirito, di spezie dolci. Il colore bruno si fa più scuro e intenso. La nota legnosa, quasi scompare al palato. La dolcezza ammorbidisce la nota acetica. Il dolce prevale quindi sull’agro, la morbidezza sulla freschezza. Questo prodotto presenta una maggiore consistenza tattile e densità. Si sposa bene a paste ripiene, risotti, creme di verdure, carni rosse alla griglia, arrosti, pesci grassi, dolci al cucchiaio, gelati alla crema, mascarpone, zabaione, cocktails. Parliamo quindi di Aceto Balsamico di Modena invecchiato, scelto da chi ama un gusto più “dolce”.

Nel corso dei secoli, il gusto si è evoluto, ha subito cambiamenti in base alle diverse esigenze alimentari moderne. Il gusto si è affinato mescolando insieme i sapori tradizionali, certi, sicuri a quelli più stravaganti, azzardati, incerti. Eppure l’Aceto Balsamico di Modena riesce in maniera straordinaria ad esaltarli entrambi. La sua forza sta nell’armonia che nei piatti si ottiene bilanciando le caratteristiche dei singoli ingredienti. L’Aceto Balsamico di Modena ha uno dei suoi punti di forza proprio in questa capacità di adattarsi alle diverse cucine di tutto il mondo. E allora proviamo ad abbinarlo al sushi giapponese, al poke hawaiano, alla zuppa di miso, alla tortilla di patate spagnola, al polpo gallego, alle empanadas argentine, alla soup à l’oignon francese, alla tajine di cous cous e agnello marocchino. Non vi deluderà mai.

Io ho già provato le più svariate combinazioni con grande curiosità e piacevole interesse e non posso che essere fiera di portare in alto il nome dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, con me, nel mio piccolo mondo, nei miei corsi di cucina dove mi piace intraprendere un viaggio con i miei ragazzi. Mi piace portarli con me alla scoperta dei piatti della tradizione italiana. Partendo dagli ingredienti e poi raccontandone una storia. Sempre. Solo così si può viaggiare, assaporare l’Italia intera, emozionarsi, conoscere, stando fermi attorno ad un tavolo, condividendo una passione comune con altre persone che prima di allora non conoscevi.

E quando li porto con me in Emilia Romagna, tutto si trasforma in emozione.

 

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