#angieconsiglia

21 Gennaio 2012, sabato

Senza di loro non avrei potuto, non avrei saputo

Quel Giorno preciso la tua vita cambia.
Sei diventata madre. E tante altre cose assieme.
Quando ho avuto il mio primo figlio, scrivevo un diario. Di emozioni, di stati d’animo, di momenti difficili e di solitudine.
Era il mio sfogo. Non avevo altro.
“Ma come, un figlio non ti riempie la vita? Dovresti essere felice e appagata. Come puoi sentirti sola?”
Quante di noi hanno sentito queste frasi dal coro?
Eppure, quando torni a casa dall’ospedale, niente è più com’era.
Tu per prima. E non parlo solo del tuo aspetto un po’ goffo, delle occhiaie, dei dolori del parto. Parlo di te come donna.
Mi sono trovata catapultata in una nuova dimensione: un trasloco in un’altra città che non mi apparteneva, con un neonato, un marito, una casa e una tesi di master da preparare. Tutto da accudire. Me compresa.
Le tue amiche più care, lontane, tua madre, la persona che avresti voluto più vicina viveva in un’altra città e tua sorella cercava di scappare da Milano ogni due week-end pur di starti vicina. Non ti ho mai ringraziato abbastanza per questo, Chiara.
Eppure, eppure ti senti sola in tanti momenti della giornata. Succede. A me è successo.
Perché era una nuova vita tutta insieme, perché nonostante il mio carattere estroverso e solare, in quei momenti vuoi accanto solo persone che ti conoscono nel profondo. Che possono aiutarti con un bambino che piange a tutte le ore del giorno e della notte. E con una casa da mandare avanti. E tu che ti senti fragile, che sei stremata. E non sai se sei pronta.
E poi. E poi accade qualcosa.
O crolli o ti rialzi.
Ed io mi sono rialzata. 
E ho scelto di diventare madre assieme a mio figlio. Di diventare moglie assieme a mio marito.
Di imparare ad esserlo a 27 anni.
Rinunciando. Noi madri facciamo tante rinunce.
E , dopo 5 anni, lo rifarei.
Perché Tommaso prima e Matteo poi, mi hanno aiutato a crescere, insieme a Christian mi hanno aiutato ad essere la donna che volevo diventare.

Senza di loro non avrei saputo, non avrei potuto.

 

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