#angieconsiglia

25 Agosto 2017, venerdì

Sgambaro: è la voglia di lavorare bene e bio non da domani ma da ieri.

Quando si investe del tempo nel coltivare qualcosa di prezioso, crescono le storie più belle.
Noi italiani siamo amanti della pasta, la mangiamo tutti i giorni, diventiamo pignoli sul formato da scegliere in base al condimento, ma quanti di noi la scelgono in base al gusto della pasta? Quanti di noi si soffermano e leggono l'etichetta?
La pasta non è tutta uguale. Ed essendo io una gran "pastaiola", nel corso dei miei anni, ho avuto modo di assaggiare, scegliere e quindi selezionare alcune aziende italiane che meritano di essere in dispensa.

Vivendo a Treviso, conosco e consumo la pasta Sgambaro perché riesco a trovarla con facilità al supermercato, perché la trovo una pasta buona, saporita e digeribile, che tiene la cottura, resta al dente ed è italiana. Valori per me fondamentali.

Poi un giorno ho avuto il piacere di dare un volto a chi questa pasta la produce e mi permette di sceglierla tra tanti. Ho dato un volto a Pierantonio, a Sandra, a Roberto, visitando con loro l’azienda di famiglia. Ed è stato emozionante, per me che questa pasta la consumo, vivere per un giorno l’intera filiera Sgambaro.

Sì, perché alla fine degli anni ‘60, i fratelli Dino ed Enzo Sgambaro ebbero una grande intuizione: affiancare l’attività molitoria a quella della pastificazione. Unire quindi la filiera e limitare al minimo i trasporti.

Riuscire oggi a traghettare un’azienda dal passato alla contemporaneità non è facile, soprattutto quando l’azienda ha radici profonde nella tradizione.  Ma chi guida la Sgambaro è un uomo che ha la caparbietà e l’umiltà saggia di guidare l’azienda verso un futuro sostenibile. Pierantonio Sgambaro, presidente e anima dell’azienda ci racconta che è soprattutto la passione per il proprio lavoro, per la terra, per la natura, per la pasta, per la vita. È il rispetto per l’ambiente e per le persone che lo abitano. È la voglia di lavorare bene e bio, non da domani ma da ieri.

Per questo Sgambaro conduce una ricerca continua sulle materie prime, per creare una pasta non solo buona ma anche sana per le persone e per l’ambiente.

La visita con il presidente Pierantonio parte quindi dal molino, lì dove il grano viene macinato per essere trasformato in farina. Ed è proprio tra quegli ingranaggi rumorosi, tra le mani esperte di chi lavora, tra le intuizioni giuste dei fratelli Sgambaro che si crea la magia della trasformazione della natura, la quale viene cullata per poi giungere sulla nostra tavola ed essere condivisa.

Dal 2004 ad oggi, l’azienda ha intensificato il proprio impegno per la sostenibilità ambientale.

Per mantenere inalterati i valori organolettici e nutrizionali del grano, esso viene ancora oggi lavorato con logica artigianale ma in modo industriale. Utilizzando basse temperature, acqua fredda, processi di lavorazione lenti e trafilatura al bronzo. La pasta Sgambaro è una delle paste con il minor impatto ambientale in Italia.

Mi sembrava di esserci già stata in questo pastificio, dai racconti vivi ed esuberanti del mio bambino che in seconda elementare era venuto con la scuola. Cartelloni, angoli, disegni, messaggi dedicati ai bambini e al ruolo importante che hanno il grano e la pasta nella sana alimentazione.

100mila bambini provenienti da tutte le scuole del Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Trentino, hanno seguito le visite didattiche al molino e pastificio Sgambaro a Castello di Godego. Un progetto voluto e condotto da Sandra Sgambaro. La “fatina della pasta” che, attraverso la dimensione ludica, ha avvicinato i bambini al consumo consapevole, al concetto di tracciabilità degli alimenti e li ha guidati alla scoperta della filiera dal campo alla tavola.

E anche noi adulti ci siamo sentiti un po’ bambini al suo fianco e ci siamo fatti guidare dai suoi racconti magici nell’incantato mondo della pasta.

Fino ad assaggiare i nuovi prodotti dell’azienda. La pasta biologica al farro monococco, la specialità “Farro Lenticchie e Quinoa” e la Senatore Cappelli.

Ma andiamo a scoprire insieme le particolarità di questi prodotti oltre al gusto.

Il farro monococco è un frumento con un genoma più semplice rispetto agli altri cereali. È riconosciuto come uno tra i cereali più antichi. Il suo glutine più fragile lo rende più digeribile per il nostro organismo.

“Farro, Lenticchie e Quinoa”ricche di fibre, sali minerali e vitamine. Le lenticchie sono considerate fin dai tempi antichi, la carne dei poveri. Combinate con la base al farro aumentano il valore e la qualità proteica del prodotto. La quinoa, priva di glutine, riesce a combattere i danni che i radicali liberi causano in termini di invecchiamento cellulare.

Il grano duro Senatore Cappelli è una varietà antica che contiene percentuali più elevate di proteine, amminoacidi, vitamine e minerali, rispetto ai grani moderni. Si preserva inalterata nel tempo a vantaggio del sapore e del contenuto nutrizionale.

Chiediamo a Pierantonio il perché siano nati questi nuovi prodotti. E lui con ferma convinzione ci dice: “Per rispondere a chi ha la necessità di mangiare una pasta diversa, una pasta sana, biologica, leggera, digeribile e piena di sapore. Per creare quella bontà che, domani, sarà il nostro presente.”

Sostenibilità, energia rinnovabile, leggerezza, benessere, rispetto per la natura, meno consumo di acqua, più qualità sono parole che si fondono nella farina, nell’aria, nella vita dei fratelli Sgambaro ancor prima che nei loro prodotti.

 

 

potrebbe interessarti anche

Ad un certo punto devi mollare

Pietro Mercadini

La norma campana

Spaghettone con pomodorino giallo, tonno e burrata

I commenti sono chiusi.